The Fallen Guy: tutto finisce, tutto cambia

Si dice che la vita sia un’onda ciclica che si ripete: tutto va e tutto torna, finisce e cambia; situazioni, emozioni, storie e mode: tutto rinasce e tutto si ricrea. The Fallen Guy è una storia decadente in cui le infinite sfaccettature dell’indole umana nascono e si mostrano.

La purezza, la pazzia, la sensualità, l’abbandono: ogni corpo è un contenitore di stati d’animo che emergono e prendono il sopravvento sulla ragione umana per dar sfogo all’istinto.
Il ricordo dei fasti del passato: come un fantasma, la memoria vaga alla ricerca di chi eravamo e di chi siamo e spesso ci si aggrappa al ricordo di sé come all’ultima ancora di salvezza in una società che ci trascina e ci sbatte come l’onda di un mare sconosciuto.

Il racconto di una storia le cui parole sono dettate da ciò che un’immagine suscita, l’estetica di uno stato emotivo e la rappresentazione dello spaccato di una società nell’immaginario collettivo: le fotografie raccolgono le infinite storie che ogni essere umano vive nell’arco della sua esistenza e che formano la sua anima.

La Moda è cambiata. C’è chi afferma che ormai sia morta e che sia solo un lussuoso miraggio della sua passata gloria; in realtà, il significato di Moda è semplicemente evoluto perché quella macchina chiamata Mondo, nel bene e nel male, è andata avanti. Il concetto dell’essere uomo e dell’essere donna, la definizione di eleganza, il senso del pudore e la nascita di ulteriori cliché sono i nuovi schemi estetici che ci influenzano nel quotidiano.

“Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
anche il mio cappotto diventava ideale;
andavo sotto il cielo, Musa!, ed ero il tuo leale;
oh! quanti amori assurdi ho strasognato!

Nei miei unici calzoni avevo un largo squarcio.
– Pollicino sognatore, in corsa sgranavo
rime. Il mio castello era l’Orsa Maggiore.
– Le mie stelle in cielo facevano un dolce fru-fru.

Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;

in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore.”

Arthur Rimbaud – La mia bohème (Fantasia)

Editorial: The Fallen Guy
Magazine: BeauNu Magazine, giugno 2016
Photographer: Davide di Padova
Model: Edoardo Sferrella
Makeup & Hair: Fabiola Maira